REDDITO DI CITTADINANZA: SCONTRI TRA M5S E PD
Mentre
nella maggioranza si dibatte su come migliorare la legge di
stabilità, è arrivata la proposta di legge del Movimento 5 Stelle
sul reddito di cittadinanza o minimo garantito, uno dei punti clou
della campagna elettorale e del programma dei pentastellati. Il testo
prima verrà discusso in Rete e poi presentato in parlamento, con Sel
e forse una parte del PD pronti ad appoggiarla. Ma è proprio con il
Partito Democratico specialmente con il viceministro Fassina, che il
movimento di Grillo
si è maggiormente scontrato, con l'accusa da parte del pidiellino
che definisce la proposta impraticabile.
600
EURO AL MESE PER I DISOCCUPATI E I PENSIONATI
La
proposta di legge prevede un reddito di 600 euro erogato dallo
stato a chiunque
abbia perso il lavoro e chi, pur lavorando, non riesca a superare la
soglia di povertà: in questo caso invece si provvederà ad
integrare il reddito fino a quota 600. Il tutto costa circa 20
miliardi ricavabili dalle pensioni d'oro e con i tagli alla Difesa.
ISTAT ha recentemente stimato che tutte le pensioni in Italia
superiori ai 3000 euro al mese ci costano circa 45 miliardi di euro, M5S e Sel pensano attraverso il taglio di
questi redditi di trovare risorse per il reddito di cittadinanza, che
viene considerata una riforma indispensabile per migliorare la qualità
della vita degli italiani e si spera che potrà portare ad un aumento del
benessere e dei consumi che nel 2013 hanno raggiunto minimi storici.
LO
SCONTRO: FASSINA VS M5S

Coperture
o non coperture una cosa è certa, la riforma sarebbe un passo contro
la povertà in aumento nel 2013, anche se probabilmente l' Italia non
è ancora pronta ad approvare una riforma che, seppur fondamentale,
ha costi non indifferenti e forse troppo difficili da arginare.
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