martedì 5 marzo 2013

Anche l'America deve tagliare la spesa pubblica. di Stefano Meo

Il 2 marzo 2013 il presidente degli Stati Uniti ha dovuto firmare l'ordine per tagliare la spesa pubblica americana di 85 miliardi di dollari (65 miliardi di euro) entro settembre e 1.200 miliardi in 10 anni, il Presidente ha dichiarato: «Sono stupidi, non necessari, faranno perdere 750mila posti di lavoro».
I repubblicani hanno rinunciato all'aumento delle tasse per le classi sociali più ricche, preferendo operare tagli generalizzato della spesa pubblica.
«È chiaro che vincerà Obama, ha il coltello dalla parte del manico e adesso scaricherà la firma dei primitagli sui repubblicani, aizzando l’opinione pubblica contro di loro», spiega una nota mattutina di Goldman Sachs. Il presidente sta conducendo un'azione forzata contro Boehner e i repubblicani.






Anche il Pentagono subirà tagli: 492 miliardi nel prossimo decennio, verrà anche rivisto il piano dei caccia F35, che l'Italia ha intenzione di comprare, oltre a ciò verranno operati tagli alla Sanità: il piano per gli anziani, Medicare, perderà 133 miliardi fino al 2023, tagli anche per ospedali e medici, compagnie farmaceutiche e fornitori di servizi sanitari. 322 miliardi in un decennio persi dall'educazione, dalle agenzie di sicurezza e di tutela del territori. Sforbiciata di 41 miliardi ai sussidi di disoccupazione percepiti per più di sei mesi (riguardano 3,8 milioni di persone), e risparmi sul sostegno all'agricoltura e ai servizi sociali, compreso un taglio di 1,3 miliardi al fondo per lo studio dell'infanzia in difficoltà.

Entro il 27 marzo si dovrà votare questa legge al Congresso molto probabilmente i democratici cercheranno non di aggirare il sequester, bensì di rimodulare i tagli previsti in modo da e renderli più flessibili. 



Per i democratici questi tagli causeranno recessione e provocheranno 750.000 posti di lavoro, questo ha causato un crollo della popolarità di Barack Obama, ma il presidente può permettersi un crollo della popolarità in quanto il Presidente è già il suo secondo mandato quindi non candidabile alle prossime elezioni.


di Stefano Meo

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