domenica 31 marzo 2013

"Se bella vuoi apparire, non far soffrire!"


Dopo più di vent'anni di lotte il 10 marzo 2013 l'Europa ha approvato il bando delle sperimentazioni animali per testare e produrre cosmetici. D'ora in poi le case di cosmetici dovranno attenersi alle nuove misure prese dal Parlamento europeo per essere competitivi con le altre aziende in tutto il mondo. La decisione arriva dopo il bando ottenuto contro l'uso della vivisezione, osteggiata duramente dalla Lav, Lega anti vivisezione, che ora può finalmente festeggiare.

Fino a qualche settimana fa i cosmetici che trovavamo nei negozi e che usavamo davanti allo specchio erano prima stati sperimentati con crudeli test sugli animali, circa l’83%. La decisione del Parlamento europeo ė un punto di svolta: si sostiene che i metodi alternativi saranno più efficaci e sicuri dei vecchi sistemi. I nuovi test si basano sulla ricostruzione della pelle umana, sulle colture cellulari e su software avanzati che permetteranno una migliore sicurezza e meno sofferenze da parte degli animali. Qui potrete trovare descritti i metodi alternativi:http://www.theriaka.org/esempi-di-sperimentazione-su-animali-per-testare-i-prodotti-cosmetici,314.html

Ma anche se nella maggior parte del mondo i test sugli animali stanno diventando fuori legge, la Cina é ancora uno dei pochi paesi che rende legale e obbligatoria la sperimentazione animale attraverso leggi e normative. Le numerose manifestazioni e associazioni che protestano contro queste leggi che non tengono conto della sensibilità degli animali e dei loro diritti stanno cercando di farle abrogare in modo definitivo, ma per ora non hanno ancora avuto grande successo.

                 

Ma senza guardare troppo lontano da casa nostra, solo un anno fa ė stato chiuso il "laboratorio-inferno" di Green Hill a Montichiari, nei pressi di Brescia (Facebook).
In questo stabilimento i beagles venivano usati come vere e proprie cavie per la sperimentazione scientifica di medicinali e anche di prodotti cosmetici. Le condizioni di vita dei cani erano terribili: rinchiusi in piccole gabbie che contenevano fino a dieci beagles, senza possibilità di movimento e di spazi all'aria aperta, con luce artificiale, scarsissime condizioni igieniche e con poca acqua. Ci sono voluti due anni di lotte, manifestazioni e denunce finché dapprima alcuni attivisti sono riusciti ad inoltrarsi nell'allevamento e a liberare alcuni cuccioli e madri, poi ad ottenere la chiusura definitiva di Green Hill e portare in salvo ogni piccolo beagle detenuto in quel lager. Oggi tutti i beagles sono stati adottati, godono di buona salute e hanno conosciuto un mondo pieno di amore, affetti e tranquillità, lontano dalle torture di Green Hill.
di Eleonora Gatto

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