Arrestati
due uomini per aver sequestrato e picchiato un ragazzino per un debito di 6
mila euro
Una parteateriale sequestrato dalla questura (Foto da laStampa.it) |
L’operazione
pusher in erba condotta dalla squadra mobile della questura di Aosta si è
conclusa con l’arresto di due uomini
di origine marocchina: Essaid El Basraoui, di 21 anni e Mostafa Hamaras di 25
con l’accusa di spaccio ed estorsione pluriaggravati e continuati che sono
culminati con il sequestro per 6 ore di un ragazzino
valdostano che aveva contratto con i due pusher un debito di 6
mila euro e averlo picchiato per fargli firmare un foglio con cui si assumeva
le sue responsabilità.
I due pusher avevano escogitato un metodo per
adescare ragazzini che si recavano in via festaz, campo base di Basroui e
Hamaras, per consumare sostanze come marijuana o hashish gratis in realtà era tutta una trappola in
quanto questo poteva avvenire solo le prime volte; dopo questo breve periodo i
due uomini avanzavano l’offerta di collaborazione ai ragazzini per potersi
pagare le proprie dosi così i ragazzi procuravano sempre più compratori ai due spacciatori.
L’operazione è iniziata in autunno poiché, come
afferma il capo della questura Lorenzo Mesiano “girava troppa droga tra i
giovanissimi” parole pronunciate in seguito al sequestro di 20 grammi di
marijuana che un 17enne del posto stava vendendo a un ragazzino di soli 14
anni. Sono circa una ventina i ragazzi adescati dai due uomini che non
sarebbero nemmeno gli unici; indagati anche B.A. 35 anni anche lui marocchino
che sta già scontando una pena e sarebbe stato il rifornitore di Basraoui e
Hamaras; e I.F. 34 anni italiana, era l’amante di uno dei due pusher e si
fingeva un avvocato per persuadere i giovani a saldare i debiti
Questi debiti contratti dai ragazzi cominciavano a
essere considerati importanti a partire dai 1000 euro con un tetto di 6000 che
ha toccato proprio quel ragazzo. Per convincerlo a pagare lo hanno portato in
uno studio legale creato ad hoc per l’occasione e la donna fingendosi un
avvocato ha parlato al ragazzo facendogli capire sostanzialmente che se non
avesse pagato sarebbero stati costretti ad informare i suoi genitori che faceva
uso di droghe. Gli inquirenti lanciano un messaggio ai giovani per queste
situazioni invitando a denunciare l’accaduto e non avere paura.
Vittorio Morisetti
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