domenica 1 dicembre 2013

Ragazzino sequestrato ad Aosta per un debito di 6 mila euro

Arrestati due uomini per aver sequestrato e picchiato un ragazzino per un debito di 6 mila euro


Una parteateriale sequestrato dalla questura
 (Foto da laStampa.it)
L’operazione pusher in erba condotta dalla squadra mobile della questura di Aosta si è conclusa con l’arresto di due uomini di origine marocchina: Essaid El Basraoui, di 21 anni e Mostafa Hamaras di 25 con l’accusa di spaccio ed estorsione pluriaggravati e continuati che sono culminati con il sequestro per 6 ore di un ragazzino valdostano che aveva contratto con i due pusher un debito di 6 mila euro e averlo picchiato per fargli firmare un foglio con cui si assumeva le sue responsabilità.

I due pusher avevano escogitato un metodo per adescare ragazzini che si recavano in via festaz, campo base di Basroui e Hamaras, per consumare sostanze come marijuana o hashish  gratis in realtà era tutta una trappola in quanto questo poteva avvenire solo le prime volte; dopo questo breve periodo i due uomini avanzavano l’offerta di collaborazione ai ragazzini per potersi pagare le proprie dosi così i ragazzi procuravano sempre più compratori ai due spacciatori.

                                                                                   
Questa è la via che fungeva da quartier generale
 per i due uomini  (foto da laStampa.it)
      
  L’operazione è iniziata in autunno poiché, come afferma il capo della questura Lorenzo Mesiano “girava troppa droga tra i giovanissimi” parole pronunciate in seguito al sequestro di 20 grammi di marijuana che un 17enne del posto stava vendendo a un ragazzino di soli 14 anni. Sono circa una ventina i ragazzi adescati dai due uomini che non sarebbero nemmeno gli unici; indagati anche B.A. 35 anni anche lui marocchino che sta già scontando una pena e sarebbe stato il rifornitore di Basraoui e Hamaras; e I.F. 34 anni italiana, era l’amante di uno dei due pusher e si fingeva un avvocato per persuadere i giovani a saldare i debiti

Questi  debiti contratti dai ragazzi cominciavano a essere considerati importanti a partire dai 1000 euro con un tetto di 6000 che ha toccato proprio quel ragazzo. Per convincerlo a pagare lo hanno portato in uno studio legale creato ad hoc per l’occasione e la donna fingendosi un avvocato ha parlato al ragazzo facendogli capire sostanzialmente che se non avesse pagato sarebbero stati costretti ad informare i suoi genitori che faceva uso di droghe.  Gli inquirenti  lanciano un messaggio ai giovani per queste situazioni invitando a denunciare l’accaduto e non avere paura.

Fonti: laStampa.itAostaSera.it
          
         
                                                                                                                             Vittorio Morisetti

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