martedì 2 aprile 2013

Siria, una bomba che continua ad esplodere

In Siria ogni giorno si continua a combattere, a lanciare bombe e missili e a fare strage di donne e bambini, ma l'attenzione mediatica è sempre più scarsa e sembra che ci siamo dimenticati che in Medio Oriente si continua a morire e si combatte una guerra che interessa anche l'Occidente e l'Italia. Il capo politico Assad continua la sua controffensiva contro i "nemici della Siria", armando militari e soldati e dando l'ordine di uccidere tutti coloro che stanno lottando per la democrazia e per una Siria libera. La ribellione nel Paese é iniziata circa un anno fa dopo la primavera araba e ha subito coinvolto i poteri mondiali dell'Onu e delle Nazioni Unite. La guerra in Siria conta già 70 mila vittime tra cui 7 mila bambini morti sotto le macerie delle loro case o colpiti da proiettili e schegge vaganti, vittime di una guerra che non avrebbero dovuto conoscere. Molti bambini sono usati o dal regime di Assad o dai ribelli come giovani soldati, a cui hanno rubato per sempre l’infanzia, o come incitatori dei combattimenti come nel caso di Nesma. 
siria papa bergoglio
Mentre i ribelli colpiscono l’aeroporto di Damasco e il palazzo presidenziale, mostrando di poter puntare al cuore del regime, Libano, Giordania, Iraq, Turchia e anche Israele sono di fatto già al fronte e ora si teme il contagio con gli altri Paesi. Il 17 marzo l’aviazione di Damasco ha bombardato la sede di un’enclave sunnita sull’altipiano di Aarsal. Da giorni la Siria minacciava d’intervenire contro quei villaggi libanesi che, a suo dire, forniscono le armi ai ribelli. 

Nel giorno del 1 aprile, centinaia di famiglie lasciano le loro case nel quartiere di Sheikh Massud, abitato soprattutto da curdi, a causa dei violenti scontri e combattimenti che vanno avanti ininterrottamente da tre giorni e che hanno causato già diverse vittime. L’Unicef ha lanciato un drammatico grido d’allarme, affermando che circa due milioni di bambini siriani in patria e nei Paesi confinanti sono colpiti dal conflitto.
Sullo sfondo continua intanto l’opera della diplomazia internazionale, con Londra pronta a mettere il veto se l’Ue volesse decidere di proseguire l’embargo sulle armi, e responsabili francesi, statunitensi e russi che lavorano a una lista di responsabili del regime che sia accettabile per l’opposizione siriana e con i quali avviare un negoziato. 

Nel frattempo in ogni singolo angolo della città scoppiano bombe e aumentano i morti: è di pochi giorni fa l’attacco all’università di Damasco che ha causato diversi morti e vittime, segnando uno dei più violenti attacchi nelle scuole del Paese.
L’Onu persiste a condannare le azioni di guerra di Assad contro il suo stesso popolo e denuncia la grave situazione all’interno del Paese e segnala l’emergenza dei profughi e degli emigranti che ogni giorno lasciano la Siria per dirigersi in terre più sicure, ma sembra che l’occidente si sia dimenticato di ciò che sta accadendo poco lontano da noi. 

(http://www.youtube.com/watch?v=K00DCHvedjQ)



di Eleonora Gatto

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